Lettera di Riccardo Lardi concernente Acque Albule, 13.12.12
Bravo Massimo! Ancora una volta hai colpito nel segno.
Attingendo ad alcune fonti (1), per taluni di inutile valore, hai saputo ricreare nel tuo ultimo romanzo „Acque Albule“ quel mondo lontano d’ inizio 900, ma che per certi versi in molti di noi giaceva latente per i racconti e le storie che avevamo sentito raccontare dai nostri genitori e parenti.
Hai ridato vita e corpo a persone, ormai persi nella nebbia del tempo e dei ricordi.
Ora questi personaggi sono tornati a vivere e fanno rivivere a noi la vita del paesello e quella dell’Urbe di quei lontani anni.
La storia di uno struggente amore tra Cristiano e Margherita con i loro sentimenti così sublimi, ma allo stesso tempo non patetici, purtroppo finita così tragicamente, fa da perno alle vicissitudini degli abitanti del paesello e alle problematiche dei nostri fornai a Roma, che temevano per le loro proprietà.
Le ansie e le angosce di un personaggio come Antonio che si ammala per non essere riuscito a farsi ascoltare e salvaguardare gli interessi del paese non sono solo storie di ieri, ma anche di oggi.
Il libro letto anche in questa chiave è di grande attualità.
Ad ogni personaggio da Cesare a Beniamino, dal Barone al direttore dei bagni, dal dottore ad Alfonso, da Augusto a Cristiano e direi a tutti, viene attribuita una loro connotazione precisa che li rende vivi e reali.
Caro Massimo, con la tua impareggiabile sensibilità hai saputo penetrarli e ricrearli. Nessuno ormai potrà pensare che non fossero realmente così.
Ti ringrazio a nome della nostra famiglia e di tutti i Presiensi per questo Tuo ulteriore libro, che arricchisce la storia di Le Prese.
(1) Mi ricordo il giorno in cui presi fra le mani il fascicolo di Augusto Tuena, non sapevo che fare, mandarlo al macero come tanti altri, o salvarlo. La decisione di trascinarlo in una valigia con tante altri oggetti da Roma a Le Prese, ora mi sembra più che mai giustificata.