Presentazione del romanzo "La muta dell'anima" di Michela Persico Campana, Olivone TI., 04.10.2016
Benvenuto e biografia
Buona sera a tutti. A nome della Biblioteca Comune di Blenio vi do il benvenuto.
Questa sera siamo qui per presentare la seconda fatica di Michela. Molti di voi già la conoscono perché per molti anni è venuta in vacanza a Campo Blenio con la famiglia, per chi non la conoscesse ancora vi possiamo dire che:
Michela vive a Biasca, sposata e madre di tre figli. Come maestra dell’infanzia ha sempre amato inventare storie per i suoi allievi, ha continuato poi come mamma con i suoi figli e come nonna con i suoi nipotini.
Michela non è nuova nel mondo della scrittura, nel 2005 ha curato e pubblicato il libro di sua zia Irene Marcionetti “Graffiando il novecento” che ha riscontrato un ottimo successo da parte dei lettori. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo romanzo “Talvolta la vita…strangola i sogni ma non la speranza” edito da edizioni Ulivo, che nello stesso anno è stato presentato qui all’Osteria Centrale dalla nostra biblioteca. Romanzo esaurito e questo la dice lunga.
Ora Michela ritorna con il suo secondo romanzo dal titolo “La muta dell’anima – storia di un’amore improbabile” sempre edito da edizioni Ulivo.
Nel romanzo sono state inserite tre poesie scritte da Moka e l’immagine di copertina; un “Bombo sul fiore di Lavanda”, è stato disegnato dall’architettoTerzi.
Per presentarvi il libro di Michela vi leggeremo un bell’estratto di una recensione del Professor Massimo Lardi, dottore in lettere. Il grigionese Lardi ha pubblicato traduzioni e contributi in volumi collettivi, articoli, recensioni, saggi, interviste, racconti e drammi su giornali e periodici, in particolare su «Il Grigione Italiano», «Almanacco del Grigioni Italiano» e «Quaderni Grigionitaliani». Ha scritto anche tre romanzi, due dei quali tradotti in tedesco: Dal Bernina al Naviglio - Il Barone de Bassus - Acque Albule.
Lettura parte della recensione
"La muta dell’anima, il secondo romanzo di Michela Persico Campana, ripropone, approfondendole e perfezionandole, la tematica e la poetica della sua prima opera narrativa (“Talvolta la vita… strangola i sogni, ma non la speranza”). Il tema dominante è la ricerca della felicità legata al mito dell’amore capace di suscitare i più impensati mutamenti; la felicità dalla quale potenzialmente nessuno è escluso.
La felicità non è preclusa a Filippa, una ragazza “illegittima”, già un pochino in là con gli anni e pertanto già esperta della vita, cresciuta dagli zii contadini in una valle del Canton Ticino. Non è preclusa a un figlio di mamma dell’alta borghesia parigina, anche lui non più giovanissimo.
Filippa, la protagonista che parla in prima persona; ha fatto la scelta di evadere dalla monotonia mortificante di una condizione piccolo borghese e provinciale. Sono ambedue belli e sensibili. L’amore si accende fra i due in maniera insperata, la felicità è raggiunta, grazie alla buona volontà di lui e al fascino, alla schiettezza e all’istinto materno di lei,. La muta dell’anima, per riprendere il leitmotiv che è anche il titolo dell’opera – riesce in maniera appassionante.
È una rappresentazione della felicità, che così riassunta non rende giustizia alla profonda realtà del romanzo. Il marito non riesce a controllare la sua fragilità sentimentale e la narrazione prende una piega tragica che tiene il lettore con il fiato sospeso fino alla catarsi inaspettata. Una conclusione che, per quanto angosciosa, è un forte messaggio di speranza e di rigore morale in contrasto con un certo lassismo del nostro tempo.
Come nel primo romanzo di Michela Persico Campana, spicca la contrapposizione tra il luogo di provenienza della protagonista, che è sempre il Canton Ticino, e il luogo di trapianto, che nel secondo romanzo è Parigi con i suoi quartieri di lusso, quartieri malfamati e sobborghi degradati. È a dir poco sorprendente la proprietà della descrizione di questi ambienti e della vita che in essi si svolge. Non minore perizia dimostra l’autrice nella caratterizzazione dei personaggi, nello scavo psicologico, nell’analisi dei moti più intimi dell’animo, e non solo di quello femminile. Inoltre la lettura è particolarmente piacevole grazie alla limpidezza e scorrevolezza della lingua, alle similitudini e alle metafore sempre calzanti, a frequenti accelerazioni che sconfinano nella poesia. Un libro che segna un alto livello di maturazione artistica."