Lettera di Elda Simonett-Giovanoli concernente Acque Albule, 08.03.13
Bivio, 8.3.2013
Caro Massimo,
finalmente trovo qualche minuto di tempo, in piena notte!, per dirti che da settimane ormai avevo finito di leggere il tuo ultimo libro. La cura sempre più intensa del mio compagno di vita non mi ha permesso di scriverti subito le mie impressioni sulla tua nuova creatura.
Il libro mi è piaciuto e mi ha fatto rivivere un poco la mia gioventù ormai lontana, morta e sepolta. Amen! Leggendo la prima parte delle “Acque Albule” mi vedevo tutta infarinata dalla testa ai piedi, mentre il profumo del pane appena sfornato rallegrava... anima e core. Da giovinetta, infatti, percorrevo spesso alcuni chilometri in bicicletta per raggiungere in un'altra città una mia carissima amica che abitava, suppongo, nel mulino. Suo padre tondo e grasso come tutta la famiglia, era mugnaio, fornaio e panettiere. Era sempre bianco dalla testa ai piedi. Appena sfornati i pani ne offriva uno anche a noi amiche di casa, mentre sul tavolo troneggiava una forma di formaggio pecorino. Che delizia e che allegria! Un bel fiasco di vino era pure sempre presente. Caro Massimo, anche i forni di Roma li descrivi così bene che mi vien voglia di andarli a cercare.
Non sapevo di questo quartiere dei forni. Esisterà ancora?
L'amore tenero, delicato fra Cristiano e Margherita interessa pure il lettore e si spera in una conclusione felice, invece...
Anche la morte di Cristiano, capirai perché, mi ha emozionata. Il passato non passa. Anche il barone de Bassus fa di nuovo capolino qua e là.
Le rivalità e le liti fra quelli di Sopra e quelli del paese di Sotto lungo le rive del lago, sono un po' le stesse come le beghe tra Sopra- e Sottoporta in Bregaglia. Non posso dilungarmi poiché le ore si sono fatte piccine e sono molto stanca. Però una cosa devo dirtela: della grande tragedia della povera Margherita, del suo strazio dici poco, e aggiungi: «Per amore non si muore». Eppure sì, qualcosa in te muore per sempre. Parlo di esperienza.
Il tuo libro avrà sicuramente successo. Saluti anche a Vera e congratulazioni al «distinto signore»
vostra Elda