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Lettera di un amico che vuole rimanere anonimo

Racconti del Cavrescio

Coira, 21 settembre 2021

Caro Massimo

ho ricevuto il tuo ultimo libro con la dedica e ti ringrazio tanto.

Mi sono piaciuti in particolare i racconti a sfondo storico come B. E. Maineri, Oppositore della prima ora, Paganino Gaudenzio, Eugenio Corti. Si nota la tua passione per la storia e la ricerca. Quanta fatica! Alla tua età poi. Ti ammiro. Certe pagine qua e là le ho lette anche un paio di volte.

Ci sono due racconti i cui fatti stanno diametralmente opposti. Quello di Ugo e Arnoldo e quello di Achille Bassi. Era la moglie del Bassi che comandava ½ litro di vino e due bicchieri. Ero presente io da mio fratello Giuseppe un paio di volte. Veramente buffo.

Riguardo ai racconti in generale sono tenuti a tinte chiare, limpide, quasi rosa (come nei romanzi rosa di Liala che leggeva mia sorella Gisa sui vent’anni). Ma va bene così, forse l’hai fatto di proposito. Questa non è una critica, è solo un punto di vista di un vecchio par mio. Non ha importanza.

Mi sarebbero piaciute qua e là anche delle tinte scure, di fattacci brutti o tragici; a Poschiavo ce ne sono a iosa (vedi per es. Pirandello, Verga, Kleist, Dürrenmatt, Philipp Gurt).

Comunque, secondo me, “Racconti del Cavrescio” è un bel libro riuscito, piacevole, divertente, di indubbio valore. Ancora congratulazioni e auguri.

[…]

Ti saluto cordialmente e ti auguro ogni bene, anche alla Vera

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